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lunedì 28 marzo 2016

Wristocat, il poggia polso antigravità per usare il mouse


Chi passa molte ore al computer si troverà ad usare molto il mouse, o il trackpad. Queste periferiche dopo alcune ore potrebbero dare problemi di infiammazione ai tendini e dolori al polso.

giovedì 24 marzo 2016

DOOGEE P1 DLP il proiettore in un piccolo cubo in preordine su gearbest!


I progressi della tecnologia per alcuni sono semplicemente uno spreco, ma per altri non è proprio così.

Ili - Il traduttore simultaneo da taschino!


Ili è un innovativo gadget che si appende al collo e ha una forma che ricorda l'iPod shuffle. Dotato di chip, sistema operativo e software, il dispositivo si occupa di ascoltare una conversazione e tradurla in tempo reale.

venerdì 14 agosto 2015

Cibo stampato e carne "coltivata" in laboratorio: ecco cosa mangeremo nel futuro



GLI ESPERTI delle Nazioni Unite prevedono che entro il 2100 la popolazione mondiale avrà superato la soglia dei dodici miliardi persone. Le risorse naturali che già oggi scarseggiano, come l'acqua che per oltre un miliardo di persone è già una rarità, si saranno quasi del tutto esaurite. La desertificazione avrà fatto passi da gigante sulla West Coast e nel Midwest statunitense e lungo il confine messicano. Le peschiere mondiali che sono già allo stremo si saranno quasi del tutto esaurite e l'aria sarà notevolmente più tossica di quella che respiriamo adesso, particolarmente nei paesi emergenti, mentre il tasso di obesità della popolazione - dovuto prevalentemente alla proliferazione di cibi sintetici - avrà raggiunto livelli stratosferici. In altre parole ci stiamo divorando il futuro. Soprattutto a causa del nostro super-consumismo.

Immaginare come sfamare così tante persone, nelle condizioni che si prospettano, è probabilmente la sfida maggiore con la quale l'umanità dovrà confrontarsi nel prossimo futuro. E mentre preservare, riusare, riciclare e ridurre i consumi sono misure che possono contribuire a evitare questo scenario apocalittico, in assenza di alternative al corrente modello di sviluppo economico, diventano solo palliativi che dilazionano nel tempo il disastro ecologico-alimentare verso il quale stiamo procedendo a tutta birra.

Ecco il robot che può “fare figli”

Un robot che può costruire in modo indipendente robottini, testare le loro performance e mantenere i tratti migliori, come nella selezione naturale


[credit: University of Cambrige]

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge ha realizzato un robot madre che può costruire in modo indipendente i suoi figli e testare le loro performance, usando i risultati delle sue analisi per migliorare la successiva generazione, conservando i tratti vincenti.
In questo modo, gli scienziati, come si legge su PLoS One, hanno potuto osservare il processo dell’evoluzione tramite selezione naturale, anche se su robot. “La selezione naturale è, essenzialmente, riproduzione, valutazione, riproduzione, valutazione e così via – ha spiegato Fumiya Lida, capo del team di ricerca che comprende anche scienziati dell’Eth di Zurigo – e questo è quello che fa il nostro robot. E grazie a lui possiamo osservare il miglioramento e la diversificazione della specie”.

martedì 12 agosto 2014

Skully: il casco con Android che migliora la sicurezza sulla strada!

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Marcus Weller dopo anni di lavoro nelle industrie automobilistica e dei semiconduttori e dopo un incidente stradale in moto ha pensato di fondare nel 2013 insieme al fratello Mitchell, SKULLY  con lo scopo migliorare la sicurezza dei motocicli mediante la tecnologia.

Skully è un casco dotato di tecnologia che vi permetterà di focalizzare e aiutarvi ad eliminare le distrazioni sulla strada. Dotato di un display trasparente con una fotocamera posteriore di retrovisione, Navigazione GPS, connessione Bluetooth.

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venerdì 8 agosto 2014

uBeam, il sistema per ricaricare i dispositivi con gli ultrasuoni

uBeam

Se date 750.000 $ ad una ragazza di 22 anni cosa ne farà? I luoghi comuni potrebbero spingere a pensare ad acquisti importanti di scarpe e borse, invece Meredith Perry, neo laureata alla University of Pennsylvania, ha fondato la sua startup: uBeam.

Questa società ha una serie di brevetti molto interessanti, per la costruzione di un sistema in grado di ricaricare i dispositivi senza fili. Anziché realizzare una superficie sulla quale appoggiare il dispositivo per ricaricarlo, pensiamo ai sistemi ad induzione già in vendita, uBeam utilizza gli ultrasuoni. In questo modo l’energia può essere mandata da una parte all’altra di una stanza, senza richiedere un contatto diretto.

giovedì 7 agosto 2014

La air keyboard per scrivere senza tasti

AirType è un concept di tastiera ‘virtuale’, che funziona con due clip da fissare alle mani e un’app

AirType
01/03AirType (Foto: AirType)

Attenzione: è un concept. Detto ciò, sarebbe una cosa fantastica, se funzionasse. Si chiama AirType ed è una air keyboard, una tastiera invisibile (o meglio, un sistema a gesture che simula una tastiera invisibile) per scrivere su pc, tablet e quel che volete, ma senza tasti fisici. Funziona con due clip da posizionare alle mani (dotate di Bluetooth) che interpretano i movimenti delle dita proprio come se battessero su una tastiera tradizionale. Trovare i tasti giusti non è immediato, si potrebbe obiettare. Ma sembra che il sistema impari da solo quali sono i tasti che hai intenzione di pigiare, grazie a un’app di predizione dinamica dei testi.

Moto 360 sempre più realtà, sensore cardiaco e ricarica wireless confermata ecco le foto

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Moto 360 continua a far parlare di se, arrivano proprio questa mattina delle immagini che svelano importanti dettagli sullo smartwatch più atteso del momento.

Dunque tutto confermato cassa in metallo, ricarica ad induzione e importante novità, lettore ottico del battito cardiaco presente sulla parte posteriore della cassa dell’orologio. Sembra che motorola abbia fatto un’eccellente lavoro questa volta che la differenzia da tutti gli altri produttori, non solo per il quadrante circolare.

martedì 5 agosto 2014

La City Bike del futuro è già qui



Quando si parla di bici nelle grandi città la prima preoccupazione è sempre la sicurezza e il nemico numero uno il traffico. Cos’altro serve a una bici per dare il meglio di sé in una metropoli, e rendere il viaggio più simile a una rilassante pedalata fuori porta? Sono le domande a cui dovevano rispondere i designer di 5 grandi centri urbani americani, che si sono sfidati nell’Oregon Manifest Bike Design Project, conclusosi oggi.

Il risultato sono 5 innovative soluzioni per garantire sicurezza, leggerezza e quella sensazione di libertà che di solito si dimentica in città. Le risposte, tanto per iniziare, prevedono quasi sempre manubri smart: in grado di vibrare per indicare la direzione in cui girare, in base al percorso impostato nella app dello smartphone del guidatore, come proposto dalla bici Solid del team di Portland. Questo significa staccare il cervello dal percorso, dimenticare mappe e indicazioni, per godersi solo il tragitto.

Un display che corregge la vista



 I ricercatori del MIT Media Lab lavorano a un display in grado di adattarsi alle capacità visive di ogni utente, una tecnologia che unisce l'uso di hardware 3D e algoritmi software personalizzabili sulla base delle diverse esigenze, nell'obiettivo di eliminare la necessità di adottare occhiali o lenti a contatto quando si guarda ad un monitor digitale.



Gordon Wetzstein, uno dei ricercatori impegnati nel progetto, esemplifica gli effetti della nuova tecnologia parlando di occhiali da vista che, in certo senso, vengono integrati direttamente all'interno del display e non necessitano più dell'uso di supporti esterni.

lunedì 4 agosto 2014

Gli smartwatch del futuro alimentati da calore umano

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Gli smartwatch sono tra gli accessori più innovativi del momento, probabilmente per la loro utilità.. In fondo sappiamo benissimo che oggi nessun utente intende rinunciare al proprio dispositivo mobile, ma alcune volte a causa dell’enorme grandezza, avere sempre uno smartphone tra le mani potrebbe risultare un pó scomodo, ecco perché entrano in gioco gli smartwatch che senza alcuno sforzo ti permettono di tenere continuamente sottocontrollo il vostro dispositivo in assoluta comodità.

Sensordrone, un dispositivo con 11 sensori programmabile con l’iPhone

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Il settore delle tecnologie indossabili sta crescendo sempre di più. È una delle grandi miniere che potrebbe generare un fatturato multi miliardario nei prossimi anni, quindi potrebbe essere interessante approfondire il settore in vista di, chissà, qualche offerta di lavoro in merito.

Se volete avvicinarvi all’argomento c’è Sensordrone, una sorta di mini computer che integra 11 sensori. Grande pochi centimetri, contiene un rilevatore di gas, un termometro, un sensore di umidità, un sensore di luminosità, un rilevatore di colori, di pressione, di prossimità e molto altro.

Futuro e Tecnologia: a breve il giubbotto a realtà aumentata

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Al giorno d’oggi molto probabilmente tanti di noi riuscirebbero a rinunciare a molte cose, ma senza ombra di dubbio sono tantissimi coloro che non riuscirebbero a far a meno della tecnologia.

Oramai l’individuo vive gran parte della sua giornata circodato da oggetti sempre più confortevoli e negli ultimi anni sono davvero innumerevoli i prodotti che sono riusciti a cambiare radicalmente le nostre vite..

Da non dimenticare che gran parte dell’innovazione è dovuta a smartphone e tablet, ma lo scorso anno abbiamo visto che anche gli smartwatch con i braccialetti per il fitness sono riusciti a conquistare una buona fetta di mercato.

sabato 2 agosto 2014

Tutti i nuovi metodi d'indagine hi-tech della polizia di New York

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Se oltre a essere malintenzionati fossero anche furbi, i criminali farebbero bene a tenersi alla larga da New York. A scegliere, se il loro istinto a delinquere è così inarrestabile, altre città d’Oltreoceano per compiere i loro reati. La polizia della Grande Mela, il dipartimento più grande in termini numerici di tutti gli Stati Uniti, è oggi anche il più evoluto: ha messo in piedi una macchina tecnologica complessa, articolata, per individuare i furfanti e consegnarli alla giustizia. Facendo ricorso ad ampie dosi di automatismo e, persino, scandagliando i social network a caccia di indizi e tracce utili a un’indagine.

L’ultima chicca che pare uscita direttamente dalla sceneggiatura di un film di fantascienza è una rete di microfoni e sensori sparsi tra Manhattan e dintorni, in grado di captare il suono di uno sparo e inviare la segnalazione alla centrale con corredo di coordinate precise dell’episodio, così che una pattuglia possa sapere prontamente dove intervenire. Anche se nessuno ha udito il rumore nei dintorni e dunque non ha avvisato il 911. Si tratta di un meccanismo, figlio di un investimento da oltre 1,5 milioni di dollari, che ridurrà il tasso d’impunità dei criminali, colti con le mani nel sacco (anzi, quasi, sulle pistole) quando penseranno di agire al riparo di orecchie e occhi indiscreti.

mercoledì 30 luglio 2014

Fracking, così si estrae il petrolio: come funziona e quali rischi

 Il fracking o fratturazione idraulica è una tecnologia per estrarre petrolio e gas naturale dal terreno. Nelle trivellazioni di pozzi, tra i 1500 ed i 6mila metri di profondità, vengono immessi acqua, solventi chimici e sabbia. Sfruttando la pressione esercitata nel terreno il gas naturale ed il petrolio sgorgano fino in superficie, dove vengono immagazzinati. Ma questa tecnica di estrazione, usata per la prima volta nel 1947 negli Stati Uniti, non è del tutto sicura per l’ambiente. Le falde acquifere sono ad alto rischio di inquinamento con il fracking e per questo motivo alcuni paesi hanno posto delle limitazioni o hanno addirittura vietato il suo utilizzo. C’è poi il rischio di terremoti, seppur localizzati nella sola zona soggetta ad estrazione, innescati dalle fratture.

Fracking

COS’E’ IL FRACKING – Il fracking è una tecnica di estrazione che sfrutta la pressione di tonnellate di acqua e sostanze chimiche immesse nel pozzo per fratturare uno strato roccioso. Tali fratture facilitano l’estrazione di idrocarburi, come il petrolio ed il gas naturale, che una volta immagazzinati possono essere raffinati.

La prima fase è la trivellazione del pozzo che viene perforato orizzontalmente tra i 900 ed i 1500 metri a profondità di circa 3mila metri. All’interno della perforazione viene inserito un tubo rivestito di cemento e poi delle piccole cariche vengono fatte esplodere all’interno del perforatore. In questo modo si creano dei piccoli fori nel tubo che lasciano il passaggio di acqua e sostanze chimiche nel sottosuolo.

CycleAT, il sensore che manda la pressione delle ruote all’iPhone

CycleAT

La pressione delle ruote in una bici o in una moto è molto importante. In base alla pressione cambia l’aderenza alla strada e questo influisce sulla velocità. Un fattore che si collega allo sforzo per le gambe in bici e al carburante consumato in moto. Quindi come monitorarla?

RDV Labs, una startup californiana, ha realizzato il CycleAT: un sensore da posizionare nel foro delle ruote, per monitorare la pressione costantemente. Il dispositivo manda le informazioni allo smartphone con il bluetooth e, mediante un’app, è possibile monitorare i parametri come pressione, temperatura, velocità e mappa di percorrenza.

lunedì 28 luglio 2014

Samsung ha pronto un visore per la realtà virtuale

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Se c’è una compagnia hi-tech ansiosa ogni volta di buttarsi a capofitto in un settore potenzialmente fruttuoso, quella è Samsung. L’ha fatto con phablet e smartwatch, e il caso della realtà virtuale lo conferma. Da qualche settimana infatti è trapelata l’indiscrezione che i coreani starebbero lavorando con i ragazzi di Oculus Vr su un visore per la realtà virtuale, e da allora continuano a emergere dettagli sul dispositivo. L’ultimo rumor è di poche ore fa e, oltre a confermare dettagli già conosciuti, rivela nome del prodotto: Samsung Gear Vr.

Si sapeva già che il visore Samsung sarebbe stato di tipo modulare: non esattamente un prodotto alla Oculus Rift, quindi, ma piuttosto un incrocio tra quest’ultimo e la filosofia di Google Cardboard. Una sorta di guscio, pensato per contenere uno smartphone Galaxy che fornirà i sensori di movimento e farà da display e unità di elaborazione.

CloudBit, tutte le cose in Internet

Lungi dall'essere l'ennesima "piattaforma" iper-standardizzata calata dall'alto per far funzionare e armonizzare insieme il gadgettume della cosiddetta Internet delle Cose, CloudBit ambisce piuttosto a fornire gli strumenti con cui espandere le possibilità di interconnessione telematica agli oggetti di tutti i giorni, che con la telematica hanno poco o nulla a che fare.

CloudBit rappresenta in effetti l'ultima offerta (in ordine di tempo) di LittleBits, start-up newyorkese che realizza componenti elettronici in grado di combinarsi tramite un attacco magnetico, un approccio modulare che invoglia allo sviluppo di prototipi o di applicazioni innovative partendo da un "kit" di moduli dotati di funzioni base.



domenica 27 luglio 2014

Sense, il sensore per monitorare la stanza in cui dormirete

Sense

Dormire è una delle fasi della giornata più importanti. Se non avviene in modo corretto, con continui risvegli durante la notte, la mattina seguente saremo ancora più stanchi e diventerà un’impresa affrontare la giornata. A tal proposito una startup, che si chiama Hello, ha prodotto Sense.

Questo sensore ricorda i deodoranti da interni. Ma Sense non contiene liquidi, bensì dell’hardware utilizzato per monitorare la stanza in cui dormiamo. Il sistema è composto da due parti: un sensore da posizionare sul cuscino e un’unità centrale da appoggiare sul comodino.