Una nuova carta, ecologica e colorata, realizzata con scarti agroindustriali. Si chiama Crush ed è prodotta dalla cartiera italiana Favini. Come? Con residui di mais, agrumi, kiwi, olive, mandorle, nocciole e caffè, che sostituiscono fino al 15% della cellulosa proveniente da albero e che vengono meticolosamente mixati in modo da produrre sette diverse tonalità di carta che nascondono nella trama i segni delle materie prime. Una linea dunque di sette prodotti, diversi non solo nel colore ma anche al tatto: la carta al caffè è più ruvida infatti di quelle ricavate dal mais o dagli agrumi.
Favini propone dunque un modo originale di riutilizzare gli scarti della filiera industriale. I residui agroindustriali, infatti, sono tipicamente utilizzati come integratori in zootecnia oppure come combustibile per la produzione di energia, se non eliminati in discarica. “Noi abbiamo scelto di intraprendere una via ancora mai percorsa, utilizzando questi scarti, disponibili in grande quantità sul mercato, in modo alternativo, come materia prima nobile per produrre carta. Dandogli una nuova vita, anzi cinque, considerato che una carta di alta qualità può essere a sua volta riciclata ben cinque volte” spiega Michele Posocco, brand manager di Crush.