Era il 1977 quando le due sonde Voyager vennero spedite nello spazio per prima esplorare il sistema solare esterno e perdersi nello spazio poi. Chi come me in quell'anno aveva l'età per giocare con i sogni che tali missioni generavano, non poteva non associare il fine di tali missioni con l'incipit di Star Trek "… altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima".
E noi bambini non eravamo i soli a sognare questa eventualità; all'interno delle sonde venne inserito il Voyager Golden Record, un disco contente suoni e immagini della Terra. Un mezzo forse primitivo ma che rappresentava un grosso passo tecnologico rispetto al messaggio contenuto nelle sonde Pioneer 10 e 11 con immagini stilizzate di un uomo e una donna.
Dove si trovano le sonde 35 anni dopo il loro lancio? Sono uscite dal sistema solare? In fondo noi ci accontenteremmo di distanze molto più modeste rispetto a quelle praticate dal capitano Kirk. Già avere raggiunto i mal definiti confini del sistema solare sarebbe un successo.
Un articolo pubblicato su Nature qualche tempo fa si è posto lo stesso interrogativo.
Ed Stone, uno degli scienziati di punta del progetto Voyager, analizza i dati per cercare di capire se Voyager 1 sia giunto nella zona di confine del Sistema Solare, una zona definita eliosfera, in cui la bolla di particelle cariche elettricamente soffiata verso l'esterno dal Sole, lascia il posto allo spazio interstellare. Identificare e caratterizzare il confine , chiamato eliopausa, sarebbe il bonus finale.
Cosa sapere sulla missione Voyager, ora (®Nature.com)
E noi bambini non eravamo i soli a sognare questa eventualità; all'interno delle sonde venne inserito il Voyager Golden Record, un disco contente suoni e immagini della Terra. Un mezzo forse primitivo ma che rappresentava un grosso passo tecnologico rispetto al messaggio contenuto nelle sonde Pioneer 10 e 11 con immagini stilizzate di un uomo e una donna.
Dove si trovano le sonde 35 anni dopo il loro lancio? Sono uscite dal sistema solare? In fondo noi ci accontenteremmo di distanze molto più modeste rispetto a quelle praticate dal capitano Kirk. Già avere raggiunto i mal definiti confini del sistema solare sarebbe un successo.
Un articolo pubblicato su Nature qualche tempo fa si è posto lo stesso interrogativo.
Ed Stone, uno degli scienziati di punta del progetto Voyager, analizza i dati per cercare di capire se Voyager 1 sia giunto nella zona di confine del Sistema Solare, una zona definita eliosfera, in cui la bolla di particelle cariche elettricamente soffiata verso l'esterno dal Sole, lascia il posto allo spazio interstellare. Identificare e caratterizzare il confine , chiamato eliopausa, sarebbe il bonus finale.
Cosa sapere sulla missione Voyager, ora (®Nature.com)