Il cognitive computing doterà i computer di vista, olfatto, udito, tatto e gusto, rendendoli più umani. Entro 5 anni, scrive il Sole 24 Ore, Ibm potrebbe lanciare il futuro della tecnologia. I computer diventeranno più “umani”, sviluppando i 5 sensi: i computer potranno apprendere attraverso i sensi umani e trasmettere i dati sotto forma di esperienza acquisita.
Il tatto, scrive il Sole 24 Ore, sarà riprodotto anche attraverso smartphone e tablet:
“Una persona che tocca un cellulare sarà in grado di percepire una simulazione più accurata di una superficie attraverso le vibrazioni emesse dal dispositivo, unite con una rielaborazione più dettagliata delle immagini”.
Una funzione che avrà importanti influenze sia sull’e-commerce, potendo inviare materiali e tessuti, sia per la telemedicina come aiuto nelle dialisi.