Che i ricercatori di ogni parte del mondo stiano tentando di sviluppare un raggio traente basato sulle radiazioni luminose non è più una novità,
e il nuovo lavoro di un team di ricerca internazionale conferma la
fattibilità di questo genere di tecnologia per di più indicando le
applicazioni pratiche più adatte a sfruttarla.
Frutto del lavoro di scienziati scozzesi e della Repubblica Ceca, lo studio sperimentale
in oggetto descrive la scoperta e l'applicazione di una forza
elettromagnetica "negativa" in grado di influenzare particelle di
piccole dimensioni, e addirittura di "scegliere" il tipo di particella
su cui esercitare la forza di trazione. Se in condizioni comuni il
fenomeno che si osserva più spesso è una interazione come quella del
Vento Solare, ovvero l'interazione di un flusso di protoni ed elettroni
generato dalla corona solare che attraversa il nostro sistema e genera
ad esempio la coda delle comete (in direzione opposta al Sole stesso),
in questo caso l'obiettivo è creare un meccanismo inverso.
La
novità del recente studio internazionale - pubblicato su Nature - è
appunto l'individuazione di un modo per "invertire" questa forza
repulsiva trasformandola
in un raggio traente, una forza che si comporta in maniera molto
specifica in relazione alle proprietà dell'oggetto (dimensioni e
composizione).
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martedì 29 gennaio 2013
mercoledì 16 gennaio 2013
La sonda da inghiottire
Dai ricercatori del Massachusetts General Hospital di Boston arriva una nuova tecnica endoscopica ad alto contenuto tecnologico, una sonda facile da inserire e capace di produrre una rappresentazione 3D dell'esofago così da facilitare la diagnosi di una grave condizione patologica nota come esofago di Barrett.
Un sistema non nuovo né originale, quello di usare micro e nano-macchine per le attività diagnostiche in endoscopia, e che nel caso della nuova sonda statunitense è stato specificatamente studiato per verificare la conformazione delle pareti dell'esofago e l'eventuale presenza di lesioni ai tessuti.
Economica e non invasiva, la "pillola" viene inghiottita dal paziente mentre è collegata a un computer tramite cavo ottico: durante la discesa, la sonda "fotografa" sezioni dell'esofago tramite luce infrarossa inviando i dati al computer.
Le informazioni vengono infine sfruttate per ricostruire una rappresentazione tridimensionale dell'esofago, una rappresentazione che il medico potrà studiare per verificare l'eventuale presenza di problemi più o meno gravi - esofago di Barrett e non solo.
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sabato 12 gennaio 2013
RNA interference. Da un processo naturale una tecnica importante
Allego oggi un eccellente video in cui si spiega a grandi linee l'RNA interference.
Di
cosa si tratta? In termini molto semplici è un processo biologico con
il quale piccole molecole di RNA complementari (in parte) a specifici
mRNA (RNA che codificano per una data proteina), appaiandosi ad essi
determinano la degrazione di questi ultimi.
Un sistema regolatorio alquanto veloce per spegnere la produzione di determinate proteine.
Questo processo è particolarmente
interessante in quanto ha fornito lo spunto per nuovi approcci
terapeutici che mediante nanoparticelle (ma anche virus modificati)
caricate di queste molecole di RNA e indirizzate su cellule specifiche
(ad esempio tumorali), rendono fattibile uno spegnimento selettivo di
geni importanti per la proliferazione cellulare.
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mercoledì 9 gennaio 2013
Dal CES di Las Vegas una tecnologia rivoluzionaria per sequenziare il DNA
Oggi vado diretto sull'aspetto tecnico ma le novita' presentate al CES di Las Vegas sono strabilianti anche per l'utilizzo in ambito biologico.
Quello che segue e' un video riassuntivo della tecnologia Ion Proton proposto dalla Life Technologies e commercializzato (anche per l'Italia) dalla Invitrogen.
Di cosa si tratta? Di un sequenziatore di DNA "tascabile" basato sulla tecnologia dei semiconduttori. In termini molto semplici il sequenziamento consiste nel monitorare quale sia il nucleotide incorporato dalla DNA polimerasi che scorre sull'elica complementare leggendola; ad esempio ogni adenina letta la DNA polimerasi incorporera' una timina e per ogni guanina una citosina (e viceversa).
Le tecniche di sequenziamento negli ultimi 40 anni sono divenute via via piu' sofisticate passando da tecniche manuali, analisi per gel-elettroforesi e rilevazione radioattiva ai piu' recenti strumenti basati sulla luminescenza e gel-capillari.
L'evoluzione delle tecniche ha permesso di abbassare sia i tempi che i costi connessi; dalle centinaia di persone coinvolte e i miliardi di dollari delle prime fasi del progetto genoma si passa a pochi tecnici e un costo inferiore ai 1000 dollari.
Quello che segue e' un video riassuntivo della tecnologia Ion Proton proposto dalla Life Technologies e commercializzato (anche per l'Italia) dalla Invitrogen.
Di cosa si tratta? Di un sequenziatore di DNA "tascabile" basato sulla tecnologia dei semiconduttori. In termini molto semplici il sequenziamento consiste nel monitorare quale sia il nucleotide incorporato dalla DNA polimerasi che scorre sull'elica complementare leggendola; ad esempio ogni adenina letta la DNA polimerasi incorporera' una timina e per ogni guanina una citosina (e viceversa).
Le tecniche di sequenziamento negli ultimi 40 anni sono divenute via via piu' sofisticate passando da tecniche manuali, analisi per gel-elettroforesi e rilevazione radioattiva ai piu' recenti strumenti basati sulla luminescenza e gel-capillari.
L'evoluzione delle tecniche ha permesso di abbassare sia i tempi che i costi connessi; dalle centinaia di persone coinvolte e i miliardi di dollari delle prime fasi del progetto genoma si passa a pochi tecnici e un costo inferiore ai 1000 dollari.
giovedì 13 dicembre 2012
Vaccinarsi senza più paura della puntura
E' di poche settimane fa la notizia della acquisizione da parte del gigante farmaceutico Merck della licenza di Nanopatch®, un sistema senza ago per la somministrazione di vaccini.
Il sistema sviluppato da una biotech australiana, la Vaxxas, verrà usato per uno dei vaccini di nuova formulazione della Merck.
Volendo sollevare obiezioni di natura filosofica non è completamente vero che il sistema è senza puntura. Tuttavia, come sotto descritto, la dimensione microscopica della puntura e l'assenza della parte cava tipica di un ago spiega perchè sia assimilabile concettualmente ad un sistema ideale anche per il più pauroso dei soggetti da vaccinare.
Vediamo di cosa si tratta.
Il Nanopatch consiste di una superficie (più piccola della SIM di un telefonino) su cui sono fittamente raggruppati (> 20 mila/cm2) degli aghi lunghi 110 μm (0,1 mm) ricoperti di vaccino. Aghi non cavi quindi e di dimensioni così ridotte (ma sufficienti per penetrare il derma) da non essere percepibili .
(®Wiley-VCH Verlag)
(c-d) la barra dimensionale corrisponde a 50 e 10 µm, rispettivamente. Le mini protuberanze sono state spruzzate con un getto di azoto ad asciugatura rapida che permette di distribuire l'antigene in modo uniforme e stabile sulla superficie,
(e-f) e (g-h) mostra la superficie prima e il dopo il trattamento della cute. La porzione di rivestimento (antigene+adiuvante in rosso) è stata correttamente trasferita.
Il sistema sviluppato da una biotech australiana, la Vaxxas, verrà usato per uno dei vaccini di nuova formulazione della Merck.
Volendo sollevare obiezioni di natura filosofica non è completamente vero che il sistema è senza puntura. Tuttavia, come sotto descritto, la dimensione microscopica della puntura e l'assenza della parte cava tipica di un ago spiega perchè sia assimilabile concettualmente ad un sistema ideale anche per il più pauroso dei soggetti da vaccinare.
Vediamo di cosa si tratta.
Il Nanopatch consiste di una superficie (più piccola della SIM di un telefonino) su cui sono fittamente raggruppati (> 20 mila/cm2) degli aghi lunghi 110 μm (0,1 mm) ricoperti di vaccino. Aghi non cavi quindi e di dimensioni così ridotte (ma sufficienti per penetrare il derma) da non essere percepibili .
(®Wiley-VCH Verlag)
(c-d) la barra dimensionale corrisponde a 50 e 10 µm, rispettivamente. Le mini protuberanze sono state spruzzate con un getto di azoto ad asciugatura rapida che permette di distribuire l'antigene in modo uniforme e stabile sulla superficie,
(e-f) e (g-h) mostra la superficie prima e il dopo il trattamento della cute. La porzione di rivestimento (antigene+adiuvante in rosso) è stata correttamente trasferita.
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