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lunedì 28 marzo 2016

Diabete, ecco il cerotto che rilascia cellule beta: potrebbe sostituire le iniezioni



UN CEROTTO meno doloroso e più semplice di una puntura,  a maggior ragione di due o tre punture, quante sono quelle che chi soffre di diabete  - 380 milioni di persone nel mondo - deve somministrarsi ogni giorno per mantenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue.

Ricreato il dolore in provetta

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Harvard, dopo sei anni di ricerche è riuscito a trasformare cellule della cute umana in cellule nervose in grado di rispondere a stimoli dolorosi.
L’articolo che racconta di questo esperimento è stato pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista Nature Neuroscience, ed il risultato di questo lavoro è la possibilità di capire i meccanismi del dolore e a sviluppare nuovi farmaci che siano in grado di diminuire gli effetti del dolore sui pazienti.

giovedì 24 marzo 2016

Creata la carne “bovina” in laboratorio Ecco la prima polpetta senza animali


Un gruppo di scienziati dell'azienda statunitense Memphis Meats ha creato in laboratorio carne artificiale identica a quella naturale, nell'aspetto, nel sapore e nell'odore. Invece di crescere animali da macellare, si alleverà direttamente la carne. In corso i test su una polpetta.

venerdì 15 agosto 2014

Ecco perché Superman viola le leggi della fisica

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Super velocità, super forza, sguardo laser e la capacità di volare, eppure la caratteristica di Superman veramente impossibile sarebbe un’altra. O meglio, a essere fisicamente impossibile sarebbe proprio la fonte dei superpoteri dell’Uomo d’acciaio: la capacità delle sue cellule di assorbire l’energia del Sole. A scoprirlo è stato un gruppo di studenti di fisica della University of Leicester, che in un articolo apparso sul Journal of Physics Special Topics ha calcolato la quantità di energia che Superman potrebbe ricavare dalla luce della nostra stella, arrivando alla conclusione che la versione raccontata nei fumetti della DC violerebbe la legge di conservazione dell’energia.

Facciamo però un passo indietro. Per chi fosse (colpevolmente) all’oscuro della genesi dei poteri di Superman, ecco il retroscena. È in realtà Kal-El, figlio di Jor-El, uno scienziato del pianeta Krypton, che lo ha inviato sul nostro pianeta prima che il loro mondo d’origine fosse distrutto da una violenta esplosione. Perché proprio la Terra? Perché il Sole, la nostra stella, emetterebbe particolari radiazioni elettromagnetiche, capaci di donare poteri semi divini all’organismo di un kryptoniano, e di renderlo praticamente invincibile.

giovedì 31 luglio 2014

Ebola, tutto quello che c’è da sapere sulla peggiore epidemia della storia

(immagine: Corbis Images)
(immagine: Corbis Images)

È salito ormai a più di 1.200 infezioni e 672 vittime il bilancio di quella che è stata definita la peggior epidemia di Ebola della storia. Aumenta inoltre il numero di paesi africani raggiunti dal virus: dopo Sierra Leone, Guinea e Liberia, ora anche la Nigeria deve fare i conti con la malattia. Patrick Sawyer, un cittadino liberiano atterrato lo scorso 20 luglio nella città di Lagos mostrando i sintomi del contagio è infatti deceduto venerdì scorso, e ora si teme per la possibile diffusione del virus in quella che, con oltre 21 milioni di abitanti, è la più grande città africana. Ma perché ebola fa tanta paura? Il problema è che si tratta di una malattia estremamente letale e contagiosa, per cui mancano ancora terapie o vaccini efficaci.

I sintomi.
Ebola è un virus che causa una febbre emorragica. Inizialmente la malattia si presenta con sintomi comuni, come febbre, dolori muscolari, debolezza, mal di testa, mal di gola, vomito e diarrea. In pochi giorni però i pazienti peggiorano, mostrando forti sanguinamenti sia interni che esterni, che possono eventualmente portare al decesso. Nei primi giorni dell’infezione la malattia può quindi essere facilmente scambiata per una semplice sindrome influenzale, con il rischio che i pazienti ignari diffondano il virus nei loro spostamenti, aiutati dall’altissima contagiosità del virus. La malattia presenta inoltre un’elevata mortalità, che per alcuni ceppi può raggiungere anche il 90%.

martedì 22 luglio 2014

Il paleo-dentifricio di 2000 anni fa

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Il suo nome scientifico è Cyperus rotundus, ma chi lavora la terra la conosce come erba pepa, zigolo infestante, quadrella: è una pianta infestante difficile da debellare, tanto diffusa e fastidiosa da meritarsi il soprannome di "peggiore erbaccia del mondo".

Se non puoi estirparla... mangiala. Anziché combatterla, i nostri antenati la ingerivano, e a giudicare dallo stato dei loro denti si direbbe avessero ragione loro. Tracce del consumo di questa pianta sono state trovate nella placca dentale di una comunità agricola vissuta a Al Khiday, in Sudan, 2 mila anni fa.

Sempre nel piatto. Le analisi del materiale trovato tra i denti dei 20 scheletri fanno pensare che l'erba pepa fosse un elemento costante della loro dieta, benché a quell'epoca le tecniche agricole fossero già piuttosto avanzate, e quelle popolazioni avessero a disposizione cibi ben più allettanti. Il motivo della strana preferenza alimentare si evince forse dalle condizioni del "sorriso" dei resti esaminati.

Hiv, virus eliminato per la prima volta da una cellula umana

(foto: Getty Images)
(foto: Getty Images)

Quello dell’Hiv è un virus tenace, si sa. Lo dimostra purtroppo il caso della bambina del Mississipi sottoposta a poche ore dalla nascita alla terapia con anti-retrovirali, che aveva acceso le speranze della comunità scientifica rimanendo per due anni funzionalmente libera dal virus, e che proprio di recente è invece tornata a mostrarne traccia nell’organismo. Dalla Temple University però arriva oggi una novità promettente. In uno studio pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences i ricercatori americani descrivono infatti il primo successo mai ottenuto nell’eradicare completamente il virus dell’Hiv da una cellula umana. Solo un primo passo è vero, ma fondamentale, verso una cura permanente dall’Aids.

La tecnica utilizzata dai ricercatori della Temple University sfrutta due strumenti: un frammento di Rna (chiamato gRna) capace di rintracciare il dna del virus all’interno del nucleo, e una combinazione di enzimi in grado di tagliarlo via, eliminandolo dalla cellula. Nel loro studio i ricercatori hanno utilizzato questo approccio terapeutico su diverse linee cellulari umane infettate dal virus (tra cui i linfociti T, principale bersaglio dell’Hiv), dimostrando che è in grado di eliminare definitivamente dalle cellule i 9.709 nucleotidi che formano i geni della malattia, e che i normali meccanismi di riparazione del dna permettono poi alle cellule di tornare a lavorare normalmente.

lunedì 21 luglio 2014

Il verme mutante che non si ubriaca: aiuterà a curare l'alcolismo

NewImage

SI CHIAMA C. ELEGANS e nel 2002 ha vinto un Nobel per la medicina "insieme" agli scienziati Brenner, Horvitz e Sulston. C. elegans, però, è un verme. E per le sue caratteristiche  è protagonista di numerose ricerche. Una delle ultime, condotta da Jon Pierce-Shinomura dell'Universita del Texas, lo ha trasformato in un verme mutante che non si intossica con l'alcol. La ricerca che ha portato a sviluppare il verme "anti-sbornia" potrebbe, secondo gli autori, aprire la strada a nuovi medicinali per l'alcolismo. L'invertebrato è stato creato inserendo un "alcol target" umano modificato al suo interno, una molecola delle cellule nervose che si lega con l'alcol. Gli scienziati hanno anche modificato un canale del potassio nelle membrane cellulari, rendendolo insensibile all'alcol e consentendogli di continuare con le sue funzioni normali nonostante i "drink".

venerdì 18 luglio 2014

Donna o macchina?

Vi presentiamo le ultime creazioni del professor Hiroshi Ishiguro dell'Università di Osaka: sono così realistiche che fanno paura e fungeranno da guida robot al Museo Nazionale della Scienza e dell'innovazione in Giappone (Miraikan).
Il museo accoglierà tre robot, Kodomoroid dall'aspetto giovanile (la parola Kodomo significa "figlio"), Ontonaroid la femmina adulta (la parola Otona significa "adulto"), e Telenoid, simile ad un bambino. Con l'eccezione per Telenoid, questi robot sono straordinariamente realistici, hanno facce espressive e sono progettati per muoversi e comunicare come persone reali. 

Il primo robot Otonaroid, che è stato "ingaggiato" da parte del museo come comunicatore, ha lunghi capelli scuri, maniere eleganti, ed è in grado di dialogare direttamente con i visitatori: si siede su un divano, risponde ai commenti e si dice che sia in grado di portare avanti una vera e propria conversazione generale.

Japan Robots
SHIZUO KAMBAYASHI / ASSOCIATED PRESS

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Renzo Pizzicaroli


giovedì 17 luglio 2014

Creato materiale super-idrorepellente che crea palloni d’acqua

Questo è un articolo che ho tradotto dal sito iflscience.com, questo sito è nato inizialmente come una semplice pagina facebook che, mostrando il lato divertende della scienza, ha saputo raccogliere 15.799.117 follower diventando così una vera e propria pagina di informazione scientifica.

L’articolo originale dal nome Superhydrophobic Material Developed That Makes Water Bounce Like A Ball lo potete trovare al seguente indirizzo: Link


Photo credit: Brigham Young University

Gli ingegneri dalla Brigham Young University (BYU) stanno sviluppando un materiale estremamente impermeabile che credono potrebbe migliorare l’efficenza di entrambe le centrali elettriche e sistemi di energia soloare. Questa superfice, chiamata superhidrophobic surface, è estremamente difficile da bagnare poichè costringe l’acqua ad aggregarsi e a formare perline che si fermano sulla superfice.

In natura si possono osservare numerosi esempi di superfice super-idrorepellente come le pime d’anatra, le ali delle farfalle e le foglie di loto. Queste superfici respingono efficacemente l’acqua, costringendo l’acqua ad aggregarsi e a formare piccole perle poichè questa è più attratta da se stessa che dalla superfice. Questo ha ispirato numerosi ingegneri del campo della biomedica, dove gli sceinziati provano ad imitare gli elementi della natura per risolvere problemi.

domenica 3 novembre 2013

Ebook: The Guide to the Future of Medicine - B.Meskó


Il Dr. Bertalan Meskó é un "Medico Futurista", il suo lavoro consiste nel divulgare e promuovere tutte le nuove tecnologie oggi disponibili nel campo della Medicina e Sanità, assistendo medici, professionisti e studenti ad utilizzare queste nuove risorse tecnologiche in modo efficiente e sicuro, e contemporaneamente educando i nuovi "e-pazienti" su come anche loro possono contribuire attivamente in questo rapido processo di evoluzione medico-tecnologico.

giovedì 14 marzo 2013

100+ Simulazioni Scientifiche Interattive di Fenomeni Fisici

                              
 
Nello studio dei Fenomeni Fisici dalla scuola primaria fino all'università, é sempre difficile poter visualizzare i concetti da apprendere, ecco perché le Simulazioni animano ciò che è invisibile attraverso l'uso di grafici e controlli, con strumenti come clicca e trascina, cursori e pulsanti di scelta, rendendo tutto piú facile e comprensibile.
Fortunatamente l'Università del Colorado offre gratuitamente la migliore risorsa disponibile online con oltre 100 Simulazioni Scientifiche Interattive di Fenomeni Fisici, si chiama PhET, é disponibile anche in Italiano e offre simulazioni divertenti e interattive, frutto di ricerche e di tanto lavoro del Team PhET per sviluppare simulazioni efficaci, usabili e ampiamente collaudate e valutate.


L'approccio di PhET é basato sulla ricerca, incorporando i risultati di studi precedenti e di molti test, per permettere agli studenti di fare collegamenti tra i fenomeni della vita reale e la scienza che ne è alla base, approfondendo la loro comprensione e l'apprezzamento del mondo fisico.

sabato 23 febbraio 2013

TROVATA L'ACQUA DI MIGLIAIA DI OCEANI IN UN SISTEMA PLANETARIO IN FORMAZIONE

C’è tanta acqua attorno alla giovane stella DG Tau, e potrebbe essere pari a quella di centinaia o forse migliaia di oceani terrestri. A scoprire la sua presenza, sotto forma di vapore, nel disco composto da grani di polvere e gas che la circonda è stato un gruppo internazionale di ricercatori guidato da Linda Podio dell'Università di Grenoble e associata INAF, a cui partecipano Claudio Codella dell'INAF-Osservatorio Astrofisico di Arcetri e Brunella Nisini dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Roma, sfruttando le osservazioni condotte dal telescopio spaziale Herschel dell’ESA.

Il video con l'intervento di Linda Podio, giovane ricercatrice italiana associata INAF che ha guidato la scoperta.


La stella DG Tau, situata in direzione della costellazione del Toro e distante da noi circa 450 anni luce, ha pochi milioni di anni ma tra alcuni miliardi di anni potrebbe diventare come il Sole e dal suo disco circumstellare si potrebbero formare pianeti, asteroidi e comete, in analogia al nostro Sistema solare. La ‘caccia all’acqua’ in questo ed altri sistemi simili diventa assai importante perché la presenza di questo composto può essere un indizio di condizioni favorevoli all’insorgenza della vita.

lunedì 11 febbraio 2013

Palline da ping pong supersoniche



Il professor Mark French della Purdue University assieme ai suoi studenti Craig Zehrung e Jim Stratton ha realizzato un apparecchio in grado di sparare una pallina da ping pong a velocità supersonica.

L’apparecchio e la fisica su cui è basato sono relativamente semplici e di facile comprensione.

mercoledì 6 febbraio 2013

Precipitazioni: si possono misurare con il segnale dei cellulari

In Olanda è stato messo in pratica un sistema per creare una mappa delle precipitazioni, attraverso l’analisi dei dati riguardanti il segnale dei telefoni cellulari.


Come ognuno di noi ha potuto notare durante un temporale, la pioggia assorbe e disturba il segnale dei telefoni cellulari. Partendo da questa osservazione e analizzando i dati raccolti dagli operatori di telefonia mobile, i ricercatori olandesi sono riusciti a ricostruire una mappa dettagliata delle precipitazioni. I risultati di questa analisi sono comparabili a quelli ottenuti tramite metodi tradizionali che prevedono l’impiego di radar e costosi misuratori per le precipitazioni.

martedì 5 febbraio 2013

Concorso Scientifico Google per Studenti di età 13-18 anni

                              

Google Science Fair 2013 è la terza edizione di un concorso scientifico online aperto a studenti di età compresa fra i 13 e i 18 anni provenienti da tutto il mondo che ha avuto inizio nel 2011 per stimolare l'amore per la scienza tra gli adolescenti.


Con la nuova edizione Google Science Fair 2013 ci sono grandi miglioramenti sia per la tecnologia del concorso che nei tanti Premi, tra questi é stato instituito il premio Science in Action, sponsorizzato da Scientific American, che viene assegnato a un progetto che tratta una problematica ambientale, sanitaria o legata alle risorse e che abbia portato un reale cambiamento, i progetti candidati devono essere innovativi, facili da mettere in atto ed estendibili ad altre comunità.


giovedì 31 gennaio 2013

Impiantato 1° Pacemaker Cerebrale per curare l'Alzheimer


Nel tentativo di alleviare i sintomi di una malattia che ha ostinatamente resistito a qualsiasi trattamento medico, gli scienziati della Ohio State University Wexner Medical Center hanno iniziato uno studio per verificare se un dispositivo di stimolazione profonda del cervello - un "pacemaker cerebrale" può scongiurare i sintomi debilitanti della Malattia di Alzheimer. Il loro primo paziente, Kathy Sanford, ha ricevuto il 1° impianto lo scorso Ottobre, prima della chirurgia le era stato diagnosticato il morbo di Alzheimer in forma lieve, ma i suoi sintomi stavano progressivamente peggiorando.
Ma dopo cinque mesi di stimolazione continua del pacemaker cerebrale, la sua performance nei test cognitivi é notevolmente migliorata, anche se é ancora troppo presto per sapere se gli effetti durano nel tempo, ma i medici sono fiduciosi.

lunedì 28 gennaio 2013

Un laboratorio per la gravità quantistica


E se per illuminare quell’inquietante 96 percento d’universo oscuro che tanto imbarazza gli astrofisici fossero sufficienti un piccolo pianetino, Eris, e la sua minuscola luna Disnomia? L’ipotesi, pubblicata online su Astrophysics and Space Science nel novembre scorso, è di quelle da prendere con guanti e molle insieme. Ma è talmente affascinante che vale la pena ripercorrerne le tappe. A partire dal vuoto.

Nel ribollio del nulla

Il vuoto, stando alla fisica quantistica, tanto vuoto non sarebbe. Una fra le metafore alle quali spesso ricorrono gli scienziati per descriverlo è infatti quella della zuppa: un gorgoglìo incessante di particelle virtuali – coppie di materia e antimateria – che emergono dal nulla per poi annichilarsi a vicenda in un intervallo di tempo infinitesimale. Talmente breve da rendere la loro esistenza, per l’appunto, virtuale.
Virtuale fino a un certo punto, sostengono però alcuni. Secondo Dragan Hajdukovic, un fisico montenegrino che collabora con il CERN, queste particelle evanescenti potrebbero esibire – nel corso della loro inafferrabile esistenza – cariche gravitazionali opposte: attrattiva e repulsiva, dunque, un po’ come avviene per le cariche elettriche, che possono essere positive o negative.

Addio all’universo oscuro?

Ma Dragan Hajdukovic si spinge oltre. Secondo la sua teoria, in presenza di un campo gravitazionale queste particelle virtuali darebbero origine a un campo ulteriore: un secondo campo gravitazionale, forse in grado di rendere conto, per esempio, della discrepanza fra la massa della materia ordinaria delle galassie e la loro curva di rotazione.

sabato 26 gennaio 2013

"LA CHEMIO PUÒ PEGGIORARE IL CANCRO": LO STUDIO CHOC DEGLI SCIENZIATI USA


Dopo decenni di utilizzo della chemioterapia per sconfiggere le cellule tumorali, uno studio del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle potrebbe segnare la svolta per sperimentare definitivamente cure alternative. Secondo quanto riportato sulla rivista Nature, la chemioterapia potrebbe stimolare nelle cellule sane attorno a quelle tumorali la secrezione di una proteina che renderebbe immune in tumore ai trattamenti medici.

giovedì 24 gennaio 2013

Verso la prima lente in provetta



Dopo la prima retina in provetta, tutto è pronto per coltivare in laboratorio la lente dell'occhio umano. Sono stati infatti isolati per la prima volta i tessuti embrionali dai quali si sviluppa la lente ed il risultato è pubblicato sulla rivista Stem Cell Traslational Medicine, si deve alla ricerca fatta in Australia dall'italiana Isabella Mengarelli, del gruppo dell'università di Monash a Melbourne, coordinato dall'italiano Tiziano Barberi.

''Non siamo i primi a dimostrare la derivazione del tessuto della lente dalle cellule staminali embrionali, ma siamo i primi ad avere isolato e purificato le cellule che danno origine alla lente'', ha detto Barberi.

Contrariamente alle cellule della retina, che si sviluppano direttamente dalle sistema nervoso centrale, quelle della lente hanno origine dalla parte anteriore della struttura dell'embrione nella quale il tessuto di rivestimenti forma degli ispessimenti, con strutture specializzate chiamate placodi, legate alla formazione degli organi di senso. Da uno di questi ispessimenti le cellule della lente cominciano a svilupparsi esattamente di fronte a quelle che andranno a formare la retina e, dopo essersi scambiate segnali, alla fine di questo processo di sviluppo le due strutture cominciano ad aderire fra loro.