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martedì 29 gennaio 2013

Il raggio traente è microscopico

 Che i ricercatori di ogni parte del mondo stiano tentando di sviluppare un raggio traente basato sulle radiazioni luminose non è più una novità, e il nuovo lavoro di un team di ricerca internazionale conferma la fattibilità di questo genere di tecnologia per di più indicando le applicazioni pratiche più adatte a sfruttarla.

Frutto del lavoro di scienziati scozzesi e della Repubblica Ceca, lo studio sperimentale in oggetto descrive la scoperta e l'applicazione di una forza elettromagnetica "negativa" in grado di influenzare particelle di piccole dimensioni, e addirittura di "scegliere" il tipo di particella su cui esercitare la forza di trazione. Se in condizioni comuni il fenomeno che si osserva più spesso è una interazione come quella del Vento Solare, ovvero l'interazione di un flusso di protoni ed elettroni generato dalla corona solare che attraversa il nostro sistema e genera ad esempio la coda delle comete (in direzione opposta al Sole stesso), in questo caso l'obiettivo è creare un meccanismo inverso.

La novità del recente studio internazionale - pubblicato su Nature - è appunto l'individuazione di un modo per "invertire" questa forza repulsiva trasformandola in un raggio traente, una forza che si comporta in maniera molto specifica in relazione alle proprietà dell'oggetto (dimensioni e composizione).

Grazie a queste caratteristiche, il micro-raggio traente dovrebbe essere facile da integrare in strumenti di ridotte dimensioni capace di "organizzare" e manipolare cellule, macromolecole e particelle. Non bastasse questo, i ricercatori prevedono l'applicazione dei principi da loro scoperti in studi futuri esterni al campo di origine (fotonica).

                             


Alfonso Maruccia 
Articolo distribuito con licenza cc-by-nc-sa

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