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mercoledì 18 gennaio 2012

La moneta degli hacker che sfida banche e governi


Bitcoin è un progetto Open Source creato nel 2009 da Satoshi Nakamoto che fece parlare di se sul finire dell'anno passato quando WikiLeaks cominciò a rilasciare le scottanti comunicazioni e molte persone pensarono di mostrare solidarietà con il gruppo facendo loro una donazione.
Scoprirono però che molte agenzie di pagamento si rifiutavano di trasferire i fondi a WikiLeaks a causa, secondo alcuni, di pressioni governative. Paypal addirittura arrivò a bloccare il loro account impedendogli quindi di accedere ai fondi che avevano già disponibili.

La conseguenza di ciò è che nei fatti le agenzie di pagamento hanno il controllo dei nostri soldi, limitando in qualche modo il modo con cui usiamo il nostro denaro online.

Questo però fino ad ora! Le cose infatti potrebbero cambiare rapidamente con l'introduzione di bitcoin la prima moneta al mondo digitale, distribuita ed anonima.

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Il concetto di denaro virtuale non è affatto nuovo da quando esiste il web. A partire dalla moneta di Facebook che permette di comprare beni virtuali nelle applicazioni Facebook, oppure i Microsoft Points, la moneta del mercato di Xbox Live e dello Zune store.

Li si può cambiare con dollari esattamente come si può cambiarli con Euro, e poi li si può usare per comprare roba dai venditori che li accettano, che siano un pasticciere in Francia oppure FarmVille su Facebook.

Ma a differenza del denaro contante, il denaro online ha sempre avuto bisogno di un intermediario che garantisse l'affidabilità della transazione.

Questo però non accade con bitcoin, la prima moneta digitale online a non utilizzare un intermediario. L'idea è quella di distribuire la base dati di tutte le transazioni attraverso una rete peer to peer.

Questo permette di tenere traccia di tutti i trasferimenti in modo da evitare che la stessa moneta sia utilizzata più volte. In più è anonima e non soffre di inflazione perchè il tasso di introduzione di nuovi bitcoin nel sistema è definito attraverso un algoritmo pubblico, e quindi perfettamente prevedibile.

Ma probabilmente la cosa più rivoluzionaria è il fatto di non aver bisogno di intermediari per le transazioni, e quindi i governi non possono imporre loro leggi arbitrarie. Ed il completo anonimato di bitcoin rende difficoltoso il perseguire i singoli utenti.

Capite bene che le implicazioni di bitcoin sarebbero molto serie se la moneta prendesse campo, minacciando non solo i governi, ma anche per le grosse istituzioni che regolano le transazioni economiche e finanziarie.

Come al solito il video è più esplicativo di qualsiasi testo scritto.



Fonte: ilporticodipinto  Via: 100web2

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