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lunedì 3 dicembre 2012

5 app per nascondere contenuti scomodi





Gli smartphone moderni (a eccezione di quelli Ngm, che dispongono di un’area riservata di default), a parte i vari blocchi che si possono impostare - a partire da quello classico, della micro-sim - sono uno scrigno aperto. Non tanto nei confronti degli estranei – c’è modo di bloccarlo a distanza e comunque più ci si allontana dal proprietario più un contenuto perde valore – quanto di chi ti vive o lavora affianco, chi ti frequenta spesso, e può avere ogni giorno decine di opportunità per dare una sbirciata fra le foto e i video, la messaggistica, le chiamate in arrivo e in uscita e mille altre contenuti.

Come fare a mantenere la riservatezza? A evitare che una foto sospetta faccia precipitare la situazione? Niente di più semplice. Esiste una miriade di app in grado di costruire autentiche casseforti digitali sul tuo smartphone, tracciando addirittura col gps la posizione e il momento preciso di eventuali tentate intrusioni, scattando foto all’impiccione e proteggendo l’infiammabile contenuto. Ecco cinque app che ti consentiranno di aprire la tua area riservata. Ma occhio a non scordarti la combinazione.

Cate (Android, 4,99€)
Alcune di queste app hanno, come dire, una sfumatura decisamente più hot. Nel senso che sono state pensate anzitutto per coprire (o eliminare del tutto) non tanto i contenuti del telefono quanto chiamate e messaggi in entrata e uscita, frutto di eventuali rapporti che si voglia tenere nascosti. Cate - Call and text eraser (qui il video) è l’ultima sfornata della famiglia, appena uscita. L’hanno ribattezzata l’app per fedifraghi, in realtà può essere sfruttata esattamente come arma contraria: per spiare e registrare, se installata di nascosto, l’attività su un altro telefono. Un vero boomerang. Attenzione, però: i dati non scompaiono davvero, ma rimangono in un file log recuperabile via pc. In arrivo anche per iPhone e iPad.

Cartella Segreta 2012 (iOS, 0,89€)
È una delle più diffuse e utilizzate. Basata su una gestione per gesture (cioè unione di punti per l’ingresso e mano intera per l’uscita veloce antipanico al riparo da occhi indiscreti) crea appunto un’area riservata a prova di bomba. Può importare foto e video praticamente da qualsiasi altra app (fotocamera, computer, social network, siti di videohosting, web) e integra inoltre una serie di caratteristiche interne che consentono di lavorare su questi contenuti (ritagliare, selezionare e così via) senza dover ripassare per altre app esterne. E dunque rischiare di perdersi qualche pezzo per strada. Insomma, un universo chiuso e blindato. Senza contare che traccia gli accessi indesiderati scattando foto degli intrusi e tenendo il log dei tentativi anche via gps.

Kyms (iOS, 0,89€)
Kyms è forse la più spassosa di tutte. Nella sostanza, il funzionamento non varia molto dalle altre. Il punto è che l’app si nasconde sotto le mentite spoglie di una comunissima calcolatrice. Insomma, il corrispettivo 2.0 della cassaforte sotto al quadro. E una sicurezza in più, nel senso che prima di provare ad accedere l’eventuale ficcanaso dovrà tentare di capire dove si trovi la tua cartella riservata (e chi ti sta vicino non ne avrà la minima percezione). Acronimo di Keep your media safe, l’app rende accessibili i documenti solo dopo l’inserimento di una password. Unica che consente di memorizzare e riprodurre, fra gli altri, file Avi e Flv, non richiede connessioni fisiche (si fa tutto via wi-fi, qui il video) e, al pari di Cartella Segreta 2012, può importare foto, video e altri contenuti praticamente da qualsiasi fonte ti venga in mente. Sotto un’innocua serie di tasti si nasconde dunque l’accesso alla tua mediateca privata.

Zone (iOS, 0,89€)
Zone, app tutta italiana sviluppata da Alessio Vinerbi, ha un approccio un po’ più semplice. Sembra quasi un surrogato dell’album immagini che richieda un’identificazione al momento dell’accesso. L’aspetto originale rispetto agli altri programmini è che l’area riservata – in cui può muoversi liberamente solo l’admin – può essere a sua volta divisa in varie zone (da cui il nome dell’app), alcune accessibili anche ad altri account, ciascuno con una propria password. Molto utile per mettere al riparo, per esempio, documenti di lavoro in caso di bambini in smanettamento selvaggio sull’iPad. Un punto debole rimane la possibilità di spedirsi la password via sms o e-mail: sarebbe il colmo lasciare il messaggio con la chiave della cartella segreta salvato fra gli sms. Non permette di scaricare video da YouTube.

Hide It Pro (Android, gratis)
Con circa un milione di download, Hide It Pro è fra le più gettonate per mettere al sicuro segreti e documenti in formato mobile. Anche perché riprende il princpio di Kyms: stavolta la tua cassaforte avrà le sembianze di un audio manager del dispositivo, una qualsiasi app per gestire i volumi. Solo una volta avviata, tenendo premuto il logo sopra alle barre degli strumenti, si entra nella vera stanza delle meraviglie. Si decide se impostare un pin o una password più lunga e poi si gira per il telefono, pescando i contenuti da spedire ad Hide It Pro semplicemente condividendoli (qui il video): spariranno dall’app d’origine per essere ficcati nell’area riservata. E la cosa curiosa è che vi possono essere messe al riparo anche altre app. Non si fila chiamate e messaggi, però è gratis.

                          


Simone Cosimi
Articolo distribuito con licenza cc-by-nc-nd

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