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venerdì 23 novembre 2012

Ecco Ingress, la vita "aumentata".Google gioca tra fantascienza e realtà

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C'E' UN ALTRO MONDO dentro al nostro mondo. E' vivo, pulsa, schiera opposte fazioni per la conquista di un potere legato a una nuova forma di energia. Ma è un mondo invisibile, che esiste soltanto nell'universo di Ingress, un'applicazione in realtà aumentata che Google sta sperimentando a porte semichiuse.


L'accesso a Ingress avviene solo attraverso invito, per ora, ma è una motivazione squisitamente tecnica: il programma è ancora in definizione, e però appare già importante. Per un motivo su tutti: è forse il primo esperimento compiuto di fusione tra mondo reale e virtuale. Il mondo di Ingress si rivela pian piano che il giocatore sblocca parti del programma accedendo a luoghi fisici reali, geolocalizzati nel mondo virtuale. E in quest'ultimo accadono cose che nella realtà fisica di quel luogo naturalmente non succedono. Ma che nella sua versione "cyberpunk" invece sì, e accadono lì e non altrove. Insomma bisogna spostarsi davvero per la città, per vivere l'avventura pensata da Google. Altrimenti, sullo schermo del proprio dispositivo Android accadrà ben poco, al contrario di quanto avviene con i videogame tradizionali.

In Ingress, il giocatore-utente sceglie anzitutto da che parte stare, con gli "Illuminati" o la Resistenza. Per la sua fazione, dovrà proteggere i territori e conquistarne di altri. Alla base della trama del gioco c'è la scoperta di una "materia aliena" che fornisce una nuova forma di energia. Gli Illuminati vogliono capirla e sfruttarla, la Resistenza preferisce lasciare le cose come sono. Il giocatore vaga per la città accumulando materia aliena, e conquistando dei portali da cui questa proviene, per garantire alla propria parte l'annessione di zone della mappa e quindi territori. Una specie di Risiko in chiave fantascientifica. Eppure così strettamente legato alla realtà.

Soprattutto, Ingress appare interessante nell'ottica dei futuri progetti di Google. Dal lato utente, per ora si gioca con uno smartphone, ma domani si giocherà con gli occhiali Android: chi li indosserà vivrà di fatto in un altro mondo sovrapposto a quello reale, "aumentato", in cui magari il collega in ufficio indossa un'uniforme corazzata dell'opposta fazione, ma appena ci si toglie gli occhiali torna ad essere il soliti collega in camicia e pantaloni. Ma è dal lato Google che le cose si fanno interessanti: la materia aliena potrebbe benissimo diventare un credito di qualche tipo, che l'utente può convertire in moneta o servizi nel mondo reale. Visitare un luogo, magari a pagamento, potrebbe dar diritto all'accesso ad un altro. Generando di fatto un mercato "aumentato" in un secondo livello di realtà, ancora da esplorare e capire. E Google in tutto questo avrebbe per sè il ruolo di Dio della Macchina, mentre l'utente-cittadino gira per la città compiendo azioni come l'hackeraggio dei portali di Ingress e la protezione della propria fazione, che si traducono poi in effetti sul mondo reale.

La corrispondenza è biunivoca: c'è anche un effetto del mondo virtuale su quello reale. Fino a che la differenza tra i due livelli di realtà non sarà più percepibile. E per adesso, quello che c'è di Ingress lascia immaginare scenari di convergenza tra hardware, applicazioni e vita umana a un livello finora non raggiunto, ma raggiungibile a breve.


Max Pollo

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