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martedì 30 ottobre 2012

Tramutare l’acqua in oro: la scoperta di un’azienda francese

Tramutare l’acqua in oro: il sogno degli alchimisti potrebbe diventare realtà. O almeno è quello che assicura una piccola azienda francese, che avrebbe creato una tecnologia in grado di compire la trasformazione.


Per farlo, riporta l’agenzia AFP, viene estratta dall’acqua di scarto delle industrie ogni traccia di metallo. “Ne lasciamo solo un microgrammo per litro”, ha spiegato Steve Van Zutphen, olandese, che l’anno scorso fondò  Magpie Polymers insieme al francese Etienne Almoric.

La Megpie Polymers si trova a 80 chilometri da Parigi, a Saint-Pierre-les-Nemours. Produce tecnologie leader sviluppate dalla prestigiosa Ecole Polytechnique nel 2007.
Il processo si basa sull’uso di piccole palline di resina di plastica attraverso cui viene pompata l’acqua di scarto. Oro, platino, palladio e rodio, i metalli più preziosi al mondo, a poco a poco si attaccano ai grumi di resina e si separano dall’acqua di scarto. Per di più la tecnologia di Magpie può essere usata anche per estrarre metalli dannosi come piombo, mercurio, cobalto, uranio e rame.

“Un litro di questa resina può trattare dai cinque ai dieci metri cubi di acqua di scarto e recuperare tra i 50 e 100 grammi di preziosi metalli, per un valore che va dai 3.000 ai 5.000 euro”, ha spiegato Almoric.

In piccole quantità questi metalli preziosi sono presenti nei telefoni cellulari, nei convertitori e in molti altri oggetti tecnologici (e non solo) di uso quotidiano.

Una volta che sono separati dall’acqua, la difficoltà sta nel ritrovare le particelle del prezioso metallo. Come ha spiegato all’AFP Van Zuphten, “la cosa complicata è trovare i pezzi piccolissimi di metallo”.

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“Ci sono diverse tecnologie che permettono di trovare metalli dall’acqua”, ha detto Van Zuphten, addirittura molti vennero inventati nell’Ottocento. Ma arriva un momento in cui le tecnologie esistenti non sono più efficaci o diventano troppo care”.

I due imprenditori puntano sui “raffinatori“, specialisti nel recupero dei metalli preziosi, come l’azienda britannica Johnson Matthery, l’anglo-francese Cookson-Clal, e la svedese Boliden.

Ci sono poi interessi legati ai gruppi minerari e alle compagnie che si occupano del trattamento idrico, come la francese Veolia o la Suez Environnement.

“Grazie” alla crisi, l’interesse per l’oro e per gli altri metalli preziosi è cresciuto, e i prezzi sono saliti. Dal momento, poi, che le miniere di platino sono state esaurite, si sta già iniziando a reciclare il metallo.


Max Pollo

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