JOE JUSTICE è un personaggio a tutto tondo. Ha costruito una macchina sportiva nel proprio garage inventando quello che ha definito extreme manufacturing, un metodo che tramite l'applicazione di regole della programmazione software al mondo dell'industria consente di ridurre i costi di produzione e accelerare l'innovazione di prodotto, migliorandone al contempo le prestazioni e l'efficienza. Justice ha 32 anni e vive a Lynnwood, nell'area metropolitana di Seattle, dove lavora come consulente informatico. Per uno dei suoi clienti ha lavorato su programmi che simulano il comportamento dei motori per migliorarne l'efficienza ed è così che ha avuto l'illuminazione. Ha battezzato il proprio progetto Wikispeed e l'ha reso open source: chiunque può replicarlo e costruirsi un'auto. La vettura è fatta di moduli, come quelli del Lego: può avere due o quattro posti, diventare un pickup o una station wagon.
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A Justice si sono rivolte aziende come Boeing (produzione di aerei), Tait Communication (antenne per ambulanze e trasporto pubblico), John Deere (macchine agricole) e Zynga (per gestire i server di Farmville) più un'altra mezza dozzina che non possono essere nominate per accordi di riservatezza. Vogliono comprendere il suo metodo. Abbiamo incontrato Justice a Roma dove ha tenuto un workshop su questo, all'interno di un tour europeo che ha organizzato insieme a Hopen, think tank per la promozione di una cultura open in Italia, e l'omologa francese Ouishare.
Quando le è venuto in mente di costruirsi una macchina da solo?
"Nel 2004 lavoravo su software per simulare il comportamento dei motori per misurarne l'efficienza. Nella programmazione ci sono alcune tecniche per fare i test in modo veloce e questi test dimostravano che si poteva migliorare l'efficienza dei motori in maniera molto semplice anche su modelli di auto esistenti. Allora ho comprato due macchine per fare test su motori reali".
Quanto ci è voluto per il primo prototipo?
"Facevo cambiamenti e test ogni settimana, perché l'unico metodo di lavoro che conoscevo dalla mia esperienza di programmatore era questo: ripetere il lavoro su cicli di sette giorni. Volevo creare prototipi per parti di una macchina sicura, economica e veloce con l'obiettivo di modificare la mia. Per divertimento e per imparare. Nel 2006 ho pensato di creare un'auto tutta nuova: economica, leggera e veloce. Non ci credevo davvero però. A fine 2008 fu lanciato l'X Prize, un concorso per auto efficienti e sicure e decisi di partecipare puntando tutto sull'efficienza, per raggiungere 100 miglia con un gallone di benzina. All'inizio del 2009 aprii il mio blog per condividere le informazioni che avevo su motore, scocca e sospensioni. Diverse persone si appassionarono: il primo prototipo fu creato da 44 volontari in 14 stati diversi ed era l'auto da corsa con cui partecipammo all'X Prize, arrivando decimi su 136 concorrenti, fra cui università e grosse aziende del settore automobilistico".
Come avete fatto a raggiungere tutti gli standard di sicurezza richiesti dall'X Prize?
"Abbiamo creato i test prima ancora dei pezzi, come si fa nello sviluppo software. Così sapevamo come questi dovevano essere fatti per superarli. È inusuale applicarlo alla creazione di un'auto, ma è l'unico metodo che conosco".
Com'è possibile costruire una macchina da soli?
"Da oltre due anni ogni settimana cambiamo qualcosa per rendere l'auto più semplice e ora lo è davvero. Fin dall'inizio sapevo che non sarei riuscito a creare la macchina al primo colpo e che avrei dovuto fare dei cambi e riprovare. Non avevo voglia però di buttare via tutto ogni volta. Nello sviluppo software usiamo un metodo chiamato programmazione a oggetti che permette di non dover ricreare tutto ogni volta che fai un cambio. Così abbiamo costruito l'auto per moduli".
Come ha fatto a guidare un team di persone che stavano in Stati diversi?
"Abbiamo utilizzato il metodo scrum, creando coppie che lavoravano sulla stessa cosa facendo lo stesso test su apparecchi diversi in collegamento via Skype. Poi abbiamo fatto una lista delle priorità e abbiamo lavorato su quelle".
Quante macchine open source sono state costruite?
"Per il momento quattro e altre tre sono in costruzione, con l'obiettivo di creare nuovi modelli e realizzare una macchina per pendolari: economica, comoda ed efficiente. In Nuova Zelanda stanno lavorando sul modulo per trasformare l'auto in un pickup. Abbiamo in programma anche moduli per costruire un furgoncino e un camper. Sembra che possiamo farcela, ma al momento l'unica finita è la macchina da corsa. Abbiamo venduto due copie di questa per 25.000 dollari l'una. Presto cominceremo un progetto per la vendita in tutto il mondo, ma è già possibile acquistare la macchina sul nostro sito".
Perché ha scelto di mettere on line il progetto e le istruzioni per costruire l'auto?
"Mi contattò Marcin Jakubowski, il fondatore del movimento Open Source Ecology il cui obiettivo è fare in modo che chiunque possa costruire nel proprio garage le macchine di cui ha bisogno. È venuto a chiedermi di mettere il progetto sul loro sito e io ho pensato che fosse un'idea fantastica. Gli ho raccontato in due giorni tutto quello che potevo sull'extreme manufacturing e gli ho dato i disegni e le istruzioni per la macchina base, che al momento è l'unica open source".
Quindi ognuno può farsi la sua macchina ora?
"Esatto. Non c'è bisogno di alcuna specifica competenza".
Quanto costerebbe crearsi una macchina nel garage? E quanto tempo ci vorrebbe?
"I pezzi costano 14.500 dollari e per una persona sola ci vorrebbero almeno cento ore di lavoro".
Si sente un nuovo Ford?
"No, mi vedo come un aiutante di Ford. Voglio aiutare le aziende a lavorare meglio".
Non ha paura che le grosse aziende copino i suoi progetti?
"No, anzi lo spero. Il mio obiettivo è fare del mondo un posto migliore e perché si realizzi tutte le aziende dovrebbero lavorare così. Il nostro metodo consente uno sviluppo più veloce, meno costoso e usa meno risorse ambientali, collabora con il cliente, che così ottiene quello che vuole, e consente la produzione di oggetti maggiormente riciclabili. Per sviluppare un nuovo componente di un'auto oggi ci vogliono quattordici anni. Io sto parlando di un mondo in cui un prodotto può essere aggiornato ogni settimana e per avere la nuova versione basta cambiare solo alcuni moduli. Sto parlando di cambiare radicalmente la velocità dell'innovazione".
Max Pollo
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