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martedì 9 ottobre 2012

La carta di credito firmata Google



È in arrivo una carta di credito targata Google. Servirà esclusivamente per finanziare l’acquisto di pubblicità tramite AdWords, il servizio di online advertising del portale di ricerca. La carta è già stata lanciata in Gran Bretagna, potrebbe presto essere estesa agli altri mercati in cui è attivo il gruppo e offretassi di interesse più bassi rispetto alla media del credito B2B (l’11,99% in Inghilterra, ma si parla di un 8,99% negli Stati Uniti). Gli utenti hanno a disposizione una linea di credito compresa tra 200 e 10mila dollari al mese, da utilizzare per acquistare brevi annunci testuali pubblicati tra i search results del motore di ricerca. In questo modo Google sfrutta le enormi riserve di liquidità per finanziare... il proprio principale canale di incassi, quell’ AdWords che genera già oggi più del 90% del fatturato del gruppo e che rischia di soffrire proprio a causa della crisi del credito.

La mossa di Google rappresenta l’ennesimo passo in avanti effettuato dai colossi hi-tech statunitensi per avvicinarsi al mondo della finanza. La carta di credito in sè non frutterà enormi profitti al gruppo (certo, non risulterà neanche in perdita) ma permetterà di mantenere su livelli elevati il flusso di pubblicità tramite AdWords e al tempo stesso offrirà un servizio in più ai clienti, utile per differenziarsi ulteriormente dai competitor. E per il futuro, i manager Google non escludono di ampliare il proprio ambito di azione in campo finanziario offrendo nuovi servizi alle piccole e medie imprese.

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Anche Amazon ha adottato una strategia simile annunciando, nei giorni passati, l’erogazione di micro-prestiti ai venditori indipendenti che utilizzano il portale come principale luogo di compravendita di libri e prodotti multimediali. L’obiettivo di Amazon è paragonabile a quello di Google: fornire liquidità agli imprenditori in un momento difficile per l’accesso al credito tradizionale. In questo modo, i commercianti che utilizzano il sito di e-commerce potranno ampliare la propria linea di vendite, una prospettiva da cui trae beneficio anche Amazon stessa grazie alla possibilità di offrire una gamma più completa di prodotti ai clienti finali. Il gruppo risponde così alla sfida lanciata dalla startup Kabbage, che offre ai venditori online prestiti di importo compreso tra 500 e 50mila dollari. Sebbene Amazon non abbia rilasciato commenti ufficiali sulle caratteristiche del programma Lending, gli analisti americani parlano difinanziamenti fino a 800mila dollari, cui sarebbero applicati tassi di interesse estremamente variabili: si partirebbe da un minimo dell’1% sino a un massimo del 13 per cento.


Culturando

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